Il più nobile scoglio d'Europa..
Cosi lo ha definito John Ruskin e cosi rimane..
Il Cervino è una montagna dalle linee perfette, quattro creste e quattro pareti, tutte sempre difficili da percorrere.
La cresta svizzera dell'Hornli è la piu facile; la cresta del Leone è più difficile ma addomesticata da corde fisse e scale. Le altre pareti e creste sono riservate ad alpinisti di altro calibro...
Il Cervino non si concede facilmente come altre montagne..
Quando in tutto il Nord Italia fa bel tempo il Cervino, a volte, gioca dei brutti scherzi...
Sabato 5 agosto 1989: Saliamo sino alla Carrel, ma la notte fa brutto e la mattina dopo il Cervino ci rispedisce tutti a valle, guide comprese.
Lunedì 6 agosto 1990: Arrivati a Cevinia facciamo appena in tempo a risalire in auto prima che si scateni un temporale pazzesco.. col caldo che avevamo patito in auto da Genova...
Sabato 25 agosto 1990: E' la volta buona, tutto favorevole, meteo, condizioni della montagna e forma fisica. All'ufficio delle guide ci consigliano di salire leggeri, non c'è ghiaccio e sono giorni che molti salgono con le scarpe da tennis ???
Ci aspettano 1800m. per arrivare alla Carrel. Arriviamo verso le 15
e passiamo il pomeriggio ad ammirare il panorama ed a rilassarci.
Il mattino seguente sveglia alle 6 e siamo pronti in un attimo, ma le grosse nubi che salgono da valle frenano i nostri entusiasmi. Riflettiamo se è meglio salire o ritentare un'altra volta. Decidiamo di andare.
Alla corda della sveglia alcuni cincischiano ed effettuiamo il primo sorpasso. Saliamo bene, senza problemi, siamo veloci e sicuri. In meno di due ore siamo sul Tyndall. Saliamo verso la scala Jordan , la vista della vetta ci mette le ali ai pedi ed in breve simo in Vetta. La Vetta del Cervino.
Quando arrivo dalla croce mi commuovo.. mi viene da piangere. L'emozione ci fa perdere di vista le grosse nubi nere che intanto si addensano. Iniziamo a scendere: risolviamo il problema della Jordan con un doppia, e poi altre ancora. Incontriamo una a guida con due clienti che salgono. Altre doppie e giu sino alla gran Corde.Due poalcchi sono li fermi, ma invece di scendere con noi cercano di proseguire per scendere poi dall'Hornli. Mentre armiamo la doppia inizia a nevicare. Tempo di scendere ed è tutto bianco, la nebbia si è fatta fittissima non si vedono più le tracce, e non si capisce dove andare..Siamo nei casini..Secondo mi assicura ed io vado a cercare i punti dove potrebbe esseci il passaggio. Mi ricordavo di uno spuntone con un cavo metallico che portava al Linceul ed al Mouvai Pas, ma non lo trovo. Giro avanti e indietro per circa un'ora. Intanto la neve, invece di smettere aumenta.
Trovo lo spuntone col cavo e siamo nuovamente sulla via giusta, ma oltre la neve comincia a tuonare e forti scariche elettrostatiche ci fanno venire la pelle d'oca. Continuiamo a scendere, e fra calate e qualche scivolone raggiungiamo la Carrel.Quando entro un tizio mi mette una coperta sulle spalle e mi dice: "Tranquillo, è tutto finito...
Quando entra anche Secondo che era rimasto un po indietro è tutto finito veramente.
3,5 ore per salire e 6 ore per scendere..
La mattina seguente ci sveglia il rumore dell'elicottero che andava a recuperare guida, clienti e polacchi...