19 aprile 1997
E' una bella giornata e come stabilito partiamo per andare ad arrampicare in Grignetta. Siamo in sei, quattro di noi decidono di andare ad arrampicare nella zona del Fungo, altri due, meno agguerriti, si accontentano di un giro escursionistico. Appuntamento a sera al rifugio Porta. Saliamo il Fungo, poi ci divertiamo sulla Lancia. Torniamo sul sentiero principale e dopo aver mangiato un boccone a qualcuno viene l'idea di andare in vetta passando per la Segantini. Tutti d'accordo partiamo. Il tempo passa, procediamo un po' lenti ed arrivati nei pressi di una zona chiamata "Lingua" perdiamo un sacco di tempo per superare una decina di metri di neve ghiacciata. Eravamo partiti leggeri, senza picca e ramponi, solo pedule e scarpette. Arriviamo in vetta che è gia tardi, ma non ci sono problemi. Propongo l'idea di fermarci a dormire nel bivacco per assistere all'alba dalla Vetta. Tutti accettano e col cellulare, (nel 97 non c'era la copertura attuale) dopo varie peripezie, riusciamo ad avvertire i nostri amici che ci stavano aspettando al Rifugio. Non abbiamo sacco a pelo ne' indumenti pesanti, ma che importa, il tempo è splendido, brillano le stelle e l'alba ci attende...
Estasiati da tanto splendore ci dimentichiamo persino della cena, ma quando il buio cala totalmente arrivano i primi morsi della fame, e siamo praticamente senza cibo: una tavoletta di cioccolata in quattro.
Dopo la lauta cena ci accomodiamo per la notte. Il bivacco è sprovvisto di letti, materassi e coperte e quindi ci accucciamo per terra, ciascuno nel posto che ritiene migliore. La stanchezza ha il sopravventoe poco dopo ci addormentiamo.
Non ricordo chi lo disse, ma ad un certo punto della notte un: "belin che freddo" ci svegliò tutti. Un'occhiata fuori della porta ci buttò nella più nuda e cruda delle realtà:il tempo era cambiato ed un buon palmo di neve copriva tutto, la nebbia era fitta e faceva un fereddo cane. Passammo il resto della notte a girare in tondo, fare a botte e saltellare per scaldarci. Facevamo sani progetti di abbondanti colazioni a base di cappuccini fumanti, te e cioccolate, contornati da tiepide brioches. La tanto desiderata alba arrivò nella nebbia e al primo chiarore iniziammo a scendere. A circa metà discesa incontrammo i primi salitori della giornata:
"Già di ritorno?" ci domandavano, e noi rispondevamo spavaldi
"Le ore del mattino hanno l'oro in bocca".
Arrivati al rifugio ci accolgono i nostri amici.
Nel banco del bar non vediamo brioches, ma panini col salame. Il gestore capisce e ci offre i pizzocheri avanzati la sera precedete. In un attimo si imbandisce la tavola e fumanti pizzocheri (riscaldati) e due bottiglie di vino ci fanno dimenticare il ferddo e la fame patiti nella notte.
Come alba in Grignetta non c'è male...
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